Virologo a chi?
Vi propongo un interessante articolo pubblicato da Massimo Gramellini.
Per riflettere, decidere nella nostra “strana democrazia italiana”.
Siamo al Crepuscolo delle Provette. Sfiancati dalle critiche, la virologa somma Ilaria Capua arriva a definirsi ex virologa e l’ex presenzialista Burioni fa voto di castità televisiva e si mette in clausura mediatica volontaria
(Ora et Labora-torio) almeno fino alla seconda ondata.
Persino l’esimio infettivologo Galli ritiene necessario chiarire di non avere preso soldi per le sue videoapparizioni.
Quando la pandemia infuriava e il Pensiero Unico Virologico si stendeva compatto sopra i legittimi spaventi della Nazione, anche la più timida critica allo strapotere degli scienziati nel discorso pubblico era considerata una prova di collaborazionismo con il nemico invisibile.
Ma l’abbassarsi della curva del contagio ci ha resi di nuovo temerari.
E chi fino a ieri fulminava con lo sguardo chiunque osasse abbassare la mascherina per prendere fiato, adesso se la strappa di dosso con un ululato di liberazione e rinfaccia ai virologi di avere lucrato sulle sue paure.
Si tratta di un’ingiustizia bella e buona, ma certo non di una novità.
L’uomo ha sempre avuto bisogno di idoli da adorare e da distruggere. e quando qualcuno si inginocchia davanti a te, dovresti ricordarti che lo sta facendo per prenderti le misure delle caviglie, in previsione del momento in cui potrà prenderle a calci.
Contrariamente agli auspici di qualcuno, il coronavirus non ci ha resi migliori.
Però, a onore del vero, questa sciocchezza l’avevano sostenuta gli intellettuali, non i virologi.
*Proprietà e diritti di Massimo Gramellini.
Biografia
di Massimo Gramellini: Torino, 2 ottobre 1960) è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano, vicedirettore ed editorialista del Corriere della Sera. Nato a Torino da una famiglia originaria della Romagna, è stato sposato con Maria Laura Rodotà, giornalista e figlia del giurista Stefano Rodotà. Interrotti gli studi in giurisprudenza presso l'Università di Torino, nell'autunno del 1985 inizia una collaborazione con la redazione torinese del Corriere dello Sport - Stadio. Nel dicembre 1988 si trasferisce alla redazione romana de La Stampa, con frequenti trasferte a Napoli. L'anno seguente passa dal calcio alla politica, diventando corrispondente da Montecitorio. Da lì racconta la stagione di Mani pulite e la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Nell'estate del 1993 è inviato di guerra nella Sarajevo sotto assedio. Nel 1998 torna a Milano per dirigere Specchio, il settimanale de La Stampa, dove tra l'altro tiene una rubrica di posta sentimentale, Cuori allo Specchio. Dall'anno successivo è curatore di una rubrica in prima pagina de La Stampa, in taglio basso, il Buongiorno: un corsivo di ventidue righe a commento di uno dei fatti della giornata. Nell'ottobre 2005 assume la vice-direzione de La Stampa. Collabora con la trasmissione televisiva Che tempo che fa di Rai Tre, dove ogni sabato sera commenta con Fabio Fazio i sette personaggi o fatti più importanti della settimana. Ha pubblicato alcuni saggi che trattano della società e della politica italiana, un almanacco sui 150 anni della storia d'Italia (con Carlo Fruttero) e due serie di racconti sulla sua squadra del cuore, il Torino. Il 29 aprile 2010 è uscito il suo primo romanzo, L'ultima riga delle favole, una favola esoterica sull'amore che in Italia ha venduto oltre 250 000 copie ed è stata tradotta in vari Paesi. Il primo marzo 2012 è uscito il suo secondo romanzo, Fai bei sogni, che è risultato il libro più venduto del 2012, con oltre un milione di copie. Per un passaggio del suo Buongiorno pubblicato su La Stampa del 24 ottobre 2014 («Le leggi valgono per tutti ed è inaccettabile che la comunità rom si arroghi il diritto di violarle con sistematicità, adducendo il rispetto di tradizioni che giustificano il furto e l’accattonaggio infantile»), Gramellini è stato denunciato all'Ordine dei giornalisti ed è stato oggetto di un esposto alla Procura di Torino per diffamazione e istigazione all'odio etnico-razziale da parte dell’Istituto di Cultura Sinta di Mantova, di Sucar Drom e dell’Osservatorio della Provincia di Mantova contro le discriminazioni. Altri interventi di Gramellini hanno attirato critiche per razzismo, sessismo e per il tono definito "qualunquista". A partire dall'autunno 2016, conduce il programma Le parole della settimana in onda il fine settimana, prima di Che tempo che fa. Dopo aver trascorso 28 anni a La Stampa, il 21 gennaio 2017 saluta i suoi lettori con un ultimo Buongiorno. Dal successivo 13 febbraio collabora al Corriere della Sera. Nel 2018 diventa docente all'Università IULM di Milano nel master di Arti del racconto, dove tiene il corso di "Informazione e storytelling".